ACQUISTO BENI da soggetti UE con partita iva italiana

Negli ultimi mesi diverse clienti (aziende/professionisti) hanno posto delle domande al personale di studio in relazione al trattamento contabile e fiscale degli acquisti con fatture ricevute da un fornitore comunitario che riporta l’indicazione di una partita iva italiana. Nel presente articolo Vi forniamo alcune regole di comportamento.

Innanzitutto é necessario verificare la partita iva indicata sulla fattura per sapere se il soggetto estero:

  • ha una stabile organizzazione in Italia,
  • è solo identificato tramite una partita iva italiana.

Come effettuare la verifica della partita iva italiana del fornitore estero?

Per verificare la partita IVA italiana esposta su una fattura emessa da una società con sede in un Paese membro UE è necessario consultare l’elenco VIES inserendo la partita Italiane del fornitore estero.  Sarà il sistema VIES ad evidenziare se a quella determinata partita iva corrisponde:

  • una stabile organizzazione in Italia
  • la sola identificazione senza sede.

Ora analizziamo prima di tutto i due casi indicati :

  • stabile organizzazione in Italia;
  • identificazione in Italia.

Soggetto estero stabilito in Italia.

E’ il caso in cui la partita iva italiana riportata tra i dati anagrafici del cedente estero corrisponde ad una stabile organizzazione italiana di tale soggetto: più specificatamente il fornitore estero possiede una sede operativa in Italia, per cui è tenuto ad emettere regolari fatture con IVA.

Tale posizione equivale ad un soggetto stabilito in Italia tenuto ad emettere fatture elettroniche con la propria partita IVA italiana, avvalendosi del Sistema di Interscambio dell’Agenzia dell’Entrate.

Il cessionario acquirente italiano che riceve la fattura elettronica con IVA, deve registrarla regolarmente sul registro IVA acquisti come un acquisto da un fornitore italiana. La fattura non  dovrà essere inserita nell’esterometro (fino al momento della cessazione di questa formalità), trattandosi di una compravendita tra soggetti stabiliti in Italia soggetta a fatturazione elettronica.

Soggetto estero non stabilito ma identificato in Italia.

Questo é il caso in cui la partita iva italiana riportata tra i dati anagrafici del fornitore estero, corrisponde alla situazione di identificazione in Italia.

Più specificamente il fornitore estero non ha una stabile organizzazione in Italia ma si è semplicemente identificato in Italia.

Quando l’acquirente è un’impresa italiana, il cedente estero non residente e non stabilito, anche se identificato in Italia, deve fatturare al proprio acquirente:

utilizzando la propria posizione IVA estera,

senza applicare l’imposta;

sarà il cessionario acquirente italiano ad applicare l’IVA in Italia tramite reverse charge (applicando l’IVA nel registro delle vendite e in quello degli acquisti).

In tale caso la fattura non sarà elettronica e quindi sarà da inserire nell’esterometro (fino al momento della cessazione di questa formalità).

Conclusione.

Prima di contabilizzare una fattura di un fornitore UE con partita iva italiana è necessario seguire i seguenti passaggi:

  • collegarsi all’elenco VIES e inserire la partita iva italiana del fornitore estero per avere certezza circa la situazione del fornitore estero : a) stabile organizzazione, b) identificazione;
  • in caso di stabile organizzazione contabilizzare regolarmente la fattura come se fosse fattura italiana (nel registro iva acquisti) e non dichiararla nell’esterometro;
  • in caso di semplice identificazione contabilizzare la fattura in reverse charge (nel registro iva acquisti e nel registro iva vendite) e dichiararla nell’esterometro.
  • qualora per errore il fornitore estero fosse semplicemente un soggetto identificato in Italia ed  avesse addebitato l’IVA al cliente aziende deve essere richiesta la nota di credito per errata fatturazione poiché probabilmente il soggetto estero ha considerato l’acquirente italiano come un privato e non come un’impresa.