LIMITE UTILIZZO CONTANTE. Novità introdotte con il “Decreto fiscale 2020”

I contanti stanno per “uscire di scena”. Sembrerebbe una affermazione forte, ma in realtà é ciò che il l’art. 18, D.L. n. 124/2019 c.d. “Decreto fiscale 2020” ci fa prendere atto.

Per l’utilizzo del contanti, si torna al passato, in materia di abitudini:

  1. fino al 30/06/2020 il limite resterà 3.000 euro,
  2. dal 01/07/2020 e fino al 31/12/2021, il limite passerà da 3.000 euro a 2.000 euro,
  3. dal 01/01/2022, scatterà un’ulteriore riduzione che porterà la soglia a 1.000 euro, importo che era applicato sino ad alcuni anni or sono.

Questo cambiamento di strategia antievasione fa sorgere alcune domande:

  • Quale è il modo migliore per gestire e conservare i contanti senza avere problemi col fisco e le autorità?
  • Esiste un limite ai versamenti di contanti sul conto corrente?  in merito.

Nel proseguo tenteremo di dare risposta a queste ed altre domande.

Gli obblighi di tracciabilità e antiriciclaggio.

Tutti gli spostamenti di denaro contante, tra soggetti diverse, :

  • fino al 30/06/2020 superiori a 2.999,99 euro
  • dal 01/07/2020 fino al 31/12/2021 superiori a 1.999,99 euro
  • dal 01/01/2022 superiori a 999,99 euro

devono avvenire con mezzi tracciabili. Dunque, tenuto conto del periodo d’esecuzione della transazione, sopra i singoli limiti, bisogna obbligatoriamente usare mezzi tracciati.

La norma é chiara allorquando stabilisce che non c’è modo, frazionando l’importo in più trance, di aggirare questo limite. Solo un contratto, con l’esplicita pattuizione di un pagamento dilazionato, potrebbe consentirti di pagare in contanti un importo che, nel complesso, raggiunge la soglia indicata, ma la cui singola rata è invece inferiore.

L’obiettivo del Legislatore “GialloRosso” non è solo quello di evitare il riciclaggio del denaro ma anche l’evasione fiscale, in quanto non riguarda solo i pagamenti ma qualsiasi altro trasferimento di denaro in contanti, compresi quindi i prestiti e le donazioni (i regali). 

Onde chiarire un concetto di prassi operativa lo scrivente ritiene necessario chiarire che il limite ai pagamenti in contanti non si applica ai depositi bancari. In buona sostanza, tutte le volte che si preleva dal conto corrente del denaro o si fa un versamento di contanti non si é tenuti a rispettare il limite; poiché detto trasferimento di denaro contante, non avviene tra “soggetti diversi” in quanto la banca è una semplice depositaria, una custode, ma la proprietà della somma è sempre del soggetto versante.

In seguito vedremo che in forza della normativa antiriciclaggio l’operatore allo sportello in determinate situazioni potrà richiedere delucidazioni in quanto anche se la normativa sull’antiriciclaggio non preveda alcun limite di versamenti di contanti sul conto corrente non significa però che tu non debba considerare altri fattori di rischio che potrebbero comportare il pericolo di un controllo.

I versamenti si considerano ricavi non dichiarati

C’è una seconda normativa di cui si deve tenere conto nel momento in cui ci si pone la domanda quali sono i limiti di versamento sul conto corrente?

Si tratta del Testo Unico sulle imposte sui redditi (d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600). In particolare c’è l’articolo 32 in base al quale “tutti i versamenti in banca o gli accrediti tramite bonifico si presumono essere dei ricavi”. Ricavi che, pertanto, dovranno essere riportati nella dichiarazione dei redditi per essere tassati.

Se però si tratta di somme già tassate alla fonte (ad esempio una vincita al gioco) o esentasse (ad esempio un risarcimento) il titolare del conto corrente deve essere in grado di dimostrarne la provenienza.

Se il titolare non ha la prova della tassazione o della esenzione ed é necessario rammentare che detta “prova” deve essere scritta e con data certa, potrebbero nascere delle vere e proprie “follie fiscali” che potrebbero anche comportare la nuova tassazione e le conseguenti sanzioni per la presunta evasione.

Questo significa che tutte le volte in cui si fa un versamento sul conto corrente é necessario chiedersi se si possiede un documento scritto e datato che dimostri da dove proviene quel denaro contante.

Chiaramente, é doveroso evidenziare che in sede di controlli, l’Agenzia delle Entrate o altri organi preposti al controllo,  non prenderanno in considerazione i versamenti anche cumulativi di valori limitati (si pensi ai regali di denaro dei nonni nei confronti dei nipoti per la maturità oppure ai figli per la nascita di un/una nipote).