FATTURAZIONE ELETTRONICA. Domande frequenti e relative risposte.

Tenuto conto dell’elevato numero di “DOMANDE FREQUENTI” riguardanti il tema della fatturazione elettronica, abbiamo deciso di creare un’apposita pagina ove riportiamo di volta in volta le DOMANDE poste dai nostri clienti e le relative risposte.

Le domande saranno divise per “macro argomenti”.

Inoltre, al fin di aiutare il lettore, le risposte verranno colorate di:

  • “VERDE” quando la risposta é AFFERMATIVA,
  • “ROSSO” quando la risposta é NEGATIVA,
  • “BLU” quando al risposta é “ARGOMENTATIVA”.

CODICE IDENTIFICATIVO.

  1. Può essere emessa una fattura elettronica senza indicare il codice identificativo o la PEC? SI, purché si abbia l’accortezza di rispettare le regole stabilite dall’ Agenzia delle Entrate. Se si tratta di fatturazione B2C indicare il CODICE FISCALE CORRETTO. Se si tratta di fatturazione B2B nazionale indicare il CODICE FISCALE e PARTITA IVA CORRETTI oltre al campo CODICE UNIVOCO con indicazioni di n.7 “zeri”. Se si tratta di fatturazione B2B estera (compreso intracomunitaria), per la quale non esiste l’obbligo di fatturazione ma può esistere la convenienza di gestione delle fatture di vendita in un unico canale (telematico) in fase di emissione deve essere indicato CODICE FISCALE = PARTITA IVA CORRETTI (per intracomunitari si ricorda la disponibilità offerta gratuitamente dall’ Agenzia delle Entrate per verificare tutte le partite IVA europee) oltre al campo CODICE UNIVOCO con indicazioni di n.7 “X”.

ACQUISTI INTRACOMUNITARI ED IMPORTAZIONI.

  1. Come mi comporto in caso di acquisti intacomunitari e importazioni? COME PRIMA. La novità della fatturazione elettronica nel 2019 investe solo l’Italia, per cui gli altri paesi fanno le fatture ancora come accadeva fino al 31/12/2018. Emetteranno fattura su carta oppure in versione PDF. Si ricorda che dette fatture non verranno acquisite dal Vostro dottore commercialista telematicamente, per cui dovrete farle pervenire “brevi mani” allo stesso al fin che costui possa rilevare correttamente i costi (imposte dirette) e rispettare tutta la normativa IVA (imposte indirette) in materia di “Rever Charge” e di eventuale “Bolletta Doganale”.

TERMINI PER INVIO TELEMATICO AL SISTEMA DI INTERSCAMBIO

  1. Entro quale termine la fattura deve essere trasmessa al SdI? Originariamente si parlava di 24 ore. Ora, dopo la definitiva approvazione della Manovra 2019, il termine è di 10 giorni di calendario. Ma si ricorda che la fattura “NASCE” dopo la VALIDAZIONE da parte del SdI.

ENASARCO: aliquote e massimali 2019

A partire dal 1° gennaio 2019, sono entrate in vigore i nuovi parametri di calcolo dei contributi:

  1. l’aliquota contributiva da applicare sulle provvigioni passerà dal 16,00% al 16,50% (di cui la metà a carico della ditta mandante).
  2. gli importi dei massimali provvigionali sono così determinati:

.                                                   Plurimandatari                             Monomandatari.
.                     Massimale                 25.275 €                                        37.913 €

Gli importi relativi ai massimanli  sono stati aggiornati dalla Fondazione Enasarco .

Ricordiamo che il criterio per l’applicazione dell’aliquota è quello della competenza; per cui una fattura relativa a provvigioni dell’anno 2018, quindi dovrà recare ancora l’aliquota e rispettare il massimale relativo allo scorso anno anche se emessa nel 2019.

REDDITO DI CITTADINANZA. Prime indiscrezioni in 7 tappe.

Nei prossimi mesi, farà il suo ingresso, nel panorama “assistenziale” italiano, il REDDITO DI CITTADINANZA. Il progetto é stato inserito nella legge di bilancio appena varata, di cui, nei prossimi giorni daremo ampio dettagliato riscontro. Detto progetto, ancorché inserito nella legge di bilancio, oggi é privo dei dettagli operativi, in quanto la legge stessa rinvia a futuri decreti.
Nelle prossime righe faremo “un primo tentativo di fare luce” su questo strumento. E’ doveroso evidenziare che, quanto sotto riportato, é un esercizio di stile, fondato su indicazioni giornalistiche riguardanti “le prime bozze del decreto che il governo sta mettendo a punto”.

Fase 1 di 7. Richiesta alle Poste. Dal 1° marzo i potenziali beneficiari, della misura di sostegno al reddito, potranno presentare una domanda a Poste italiane, tramite un modello telematico.

Fase 2 di 7. Dalle Poste all’Inps. Le Poste Italiane trasmettono il modello all’Inps per la verifica del possesso dei requisiti, in capo ai potenziali beneficiari, per chiedere il reddito di cittadinanza.

Fase 3 di 7. L’Inps decide. Sarà l’Inps a dare una risposta positiva o negativa, dopo aver verificato il possesso o meno dei requisiti richiesti.

Fase 4 di 7. Ritirare la card. Per avere il sussidio (reddito di cittadinanza) bisognerà recarsi entro 30 giorni, dalla risposta, agli uffici postali per ritirare la card con l’importo spettante. Questo, dalle prime indicazioni, dovrebbe accadere entro il 30 aprile. A parere di chi scrive, Se un cittadino bisognoso si presenta il 01/03 alle Poste, compila il modello telematico, iniziano a nascere i primi ritardi (come si compila?, chi lo compila? l’Ufficio postale? si ritiene più probabile che il potenziale beneficiario si dovrà rivolgere ad uno studio professionale come il nostro, piuttosto che ad un CAF oppure ad un Patronato; dopo di che, le Poste telematicamente trasmetteranno all’INPS, il quale dovrà predisporre dei team di lavoro che dovranno affrontare una materia tutt’altro che semplice nel panorama fiscale Italiano. e nell’arco di soli 30 giorni l’INPS dovrebbe: a) istruire una pratica di valutazione di requisiti, b) decidere se esistono o meno i requisiti, c) comunicare la decisone alle Poste Italiane, d) le Poste Italiane, dovranno approntare le CARD e caricare le somme, singolarmente determinate, per il sussidio.

Fase 5 di 7. Cercare un lavoro. Entro i 30 giorni successivi, quindi nel mese di maggio nei programmi del Governo, il soggetto interessato dovrà recarsi presso un Centro per l’impiego o un’Agenzia privata per stipulare un “patto di lavoro”, impegnandosi a ricercare attivamente un impiego.  Se il beneficiario sarà una persona svantaggiata e con problemi di disagio sociale dovrà, invece, firmare un “patto di inclusione sociale” che prevede il coinvolgimento dei Servizi sociali dei Comuni in affiancamento agli intermediari pubblici o privati.

Fase 6 di 7. Comportamenti degli operatori. Servizi di pubblica utilità. Sempre entro i 30 giorni successivi, quindi nel mese di maggio nei programmi del Governo, anche i Comuni o i loro enti operativi dovranno convocare il beneficiario per lo svolgimento delle otto ore da dedicare a servizi di pubblica utilità. Da questo richiamo sono esclusi i disabili, o chi ha familiari a carico in condizioni di disabilità, o figli piccoli. Si spera che anche questa situazione debba essere accertata dall’INPS in sede di individuazione dei beneficiari, ma su questo punto, non si riscontra alcun riferimento giornalisitico.  Le aziende. Nel meccanismo del reddito di cittadinanza possono entrare direttamente anche le imprese con il “patto per la formazione”. I datori di lavoro, devono comunicare le disponibilità di offerte di lavoro ai Centri per l’impiego e alle Agenzie per il lavoro.

Fase 7 di 7. Incentivo fiscale. Se le imprese assumeranno un beneficiario del reddito di cittadinanza, sin dall’assunzione otterranno uno sgravio contributivo da 5 mensilità (6 per donne e disoccupati di lunga durata) a 18 mensilità (non è ancora chiaro quale sia il fattore oggettivo che determinerà la variazione da 5/6 a 18 mensilità). Se l’impresa assumerà personale per il tramite di un’Agenzia per il lavoro o un ente di formazione, l’incentivo fiscale è riconosciuto al 50% a entrambi, il che risulta del tutto evidente che questa opzione é del tutto disincentivante per le imprese nell’utilizzo di Agenzie per il lavoro o centri di formazioni, poichè così facendo ottiene la “perdita del 50% dell’agevolazione” per cui l’impresa sarà incentivata a rivolgersi ad un ente pubblico a discapito di un operatore privato. Pare un contro senso logico, in periodi di crisi economica, ma come al solito, stiamo parlando di indiscrezioni che potrebbero essere del tutto smentite.

Per finire affrontiamo una breve disamina delle condizioni di accesso, delle caratteristiche dell’offerta di lavoro, delle soglie Isee, della durata, e dei limiti temporali:

  • Il reddito di cittadinanza dura 18 mesi, ma come vedremo “prorogabile” fino a 36 mesi.
  • Non si potranno rifiutare tre offerte di impiego, pena la perdita dal sussidio. Ma come vedremo di seguito il Governo, prevede già un’ipotesi di “assenza” di offerte nei primi 12 mesi.
  • I criteri “logistici” per le tre offerte sono: per chi percepisce il reddito di cittadinanza da sei mesi, la prima offerta dovrà arrivare entro il limite di 100 Km di distanza dalla residenza; se si percepisce il sussidio da 12 mesi e non si é accettato un lavoro entro i primi 100 km oppure non si è ricevuta un’offerta, il raggio si estende entro 250 km. A questo punto sfugge allo scrivente quale comportamento dovranno avere gli operatori nel secondo semestre di durata del sussidio, poiché se il passaggio alla maggior distanza di 250 km può avvenire solo dopo i primi 12 mesi di sussidio, vuole dire che anche tutto il secondo semestre il beneficiario potrà ricevere solo offerte entro 100 km. La bozza della norma direbbe che per la terza proposta di lavoro, la distanza si amplierebbe ad oltre 250 km ma senza dare indicazioni precise della distanza massima. Poi il provvedimento prosegue ipotizzando la situazione secondo la quale il beneficiario nei primi 12 mesi di sussidio, non riceva alcuna offerta, nel cui caso allora “la prima proposta di lavoro” può arrivare entro i 250 km. Dopo 18 mesi è prevista una fase di “controllo/verifica” (si ritiene sempre a carico dell’INPS) secondo al quale in caso di permanenza delle condizioni originarie, nascerebbe un ulteriore periodo di sussidio per altri 18 mesi. Per cui in caso di totale assenza di “offerte di lavoro” da parte dei Centri per l’impiego il soggetto ha la “CERTEZZA” di ricevere il sussidio per 36 mesi.
  • Per ottenere il sussidio bisogna avere una soglia Isee entro 9.360 euro, un capitale immobiliare, oltre la prima casa, fino a un massimo di 30 mila euro (non è chiaro se a valore catastale o a valore di mercato), ed un capitale mobiliare non superiore a 6 mila euro per un single oppure 10 mila euro per famiglie con più figli (indifferentemente quale sia il numero di figli!).
  • Anche il reddito annuo familiare (in attesa di definizione poiché il “reddito famigliare” non è un termine tecnico e nemmeno si conosce la Sua definizione) fa parte del pacchetto di limiti: si potrà accedere al reddito di cittadinanza se inferiore a 6 mila euro se si vive da soli e fino a 12.600 euro per coppia con 4 figli minori (si ritiene incomprensibile come si possa valutare il costo di mantenimento (sopravvivenza) di una persona in 6 mila euro annui e quella di 6 persone in 12.600 euro).
  • Sono esclusi i proprietari di grandi auto, moto e barche di lusso. Si spera che la norma entri più nel dettaglio poiché “grandi auto” non è una definizione conosciuta tecnicamente e si spera inoltre che tra le “moto”  escluse non si annoverino “il mezzo di trasporto per andare a lavorare”.

Desideriamo ricordarVi che qualora si rendesse necessario approfondire la materia, potrete senza impegno, utilizzare l’apposita area CONTATTI per avanzare le vostre richieste di chiarimenti.

Nelle prossime settimane, potremo disporre di maggiori informazioni e dettagli.