Dal prossimo 15/10/2021, circa 23 milioni di lavoratori dipendenti dovranno avere il “Green Pass” che attesti la vaccinazione, la guarigione dal Covid o un tampone negativo, al fine di poter accedere ai propri luoghi di lavoro.
Nel corso degli ultimi mesi l’obbligo di Green Pass é stata ampliato rispetto alle originarie previsioni. Tale strumento fu reso obbligatorio:
- dal 01/04/2021 unicamente per medici e gli infermieri;
- dal 01/09/2021 allargato al personale della scuola e università;
- dal 11/09/2021 sono stati compresi anche i lavoratori di mense e pulizie scolastiche;
- dal 10/10/2021 entrerà in vigore l’obbligo per gli addetti delle Rsa;
- dal 15/10/2021 sarà applicato a tutti i dipendenti pubblici e privati.
Risulta del tutto evidente che una tale proliferazione di norme, emanate nell’arco di qualche mese, rende difficile comprendere quali siano gli obblighi ed i controlli in capo ai datori di lavoro.
Nel presente contributo vi presentiamo una breve disamina riguardante unicamente il mondo del “LAVORATORI DIPENDENTI, NO PUBBLICA AMMINISTRAZIONE”
Controlli e sanzioni nel “privato”
I datori di lavoro privati hanno ancora circa 15 giorni per organizzarsi in vista dei:
- controlli da fare,
- all’ingresso dei lavoratori (come richiesto dal Dl 127/2021).
Vediamo alcuni punti fondamentali:
- La verifica del Green Pass va fatta tutti i giorni: per tutelare la privacy, infatti, il datore non può tenere un registro nel quale sia indicato quanti dipendenti siano vaccinati e quale sia la scadenza del Green Pass per ciascuno.
- I datori fino a 15 dipendenti, poi, potranno sospendere i lavoratori senza Green Pass dopo il quinto giorno di assenza e potranno sostituirli con un altro lavoratore, ma solo fino a un periodo massimo di 20 giorni. E’ doveroso far notare che tale “sospensione” non è prevista in nessun’altra norma riguardante il lavoro privato. Resta da chiarire, si spera nell’immediato futuro, se come evidenziato da alcuni commentatori, la sospensione diventi legittima solo in caso di sostituzione effettiva.
- Per mancato controllo, i datori rischiano una sanzione da 400 a mille euro. Ciò significa che sarà necessario prepararsi a dimostrare di aver messo in campo l’organizzazione necessaria alle verifiche e di aver individuato formalmente i responsabili. Sempre nelle Faq del Governo, si legge che le aziende che effettueranno le verifiche a campione sui dipendenti previste dalla legge non incorreranno nelle sanzioni, nel caso in cui un controllo delle autorità dovesse riscontrare la presenza di lavoratori senza green pass, «a condizione che i controlli siano stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi come previsto dal decreto legge 127 del 2021».