Con la sentenza n. 12635 del 19 maggio 2017, la Corte di Cassazione ha ribadito che la “prassi” in materia tributaria non costituisce fonte di diritti e obblighi e che pertanto, nel caso in cui il contribuente si sia affidato ad un’interpretazione errata dell’amministrazione finanziaria sono escluse solamente le relative sanzioni e gli interessi, senza alcuna esenzione dall’imposta (art 10, comma 2, L. n. 212/2000).